Specchi d’acqua, paglie di riso che sbirciano timidamente dalla superficie bagnata, li verde vivace dei campi tagliati dai canali brillanti nel sole. Raramente la pianura affascina con la sua bellezza. Pero’ ogni volta quando passo vicino alle risaie piemontesi, il paesaggio che vedo sempre,indipendentemente dalla stagione, attira la mia attenzione. Soprattutto d’estate quando un morbido verde piumone copre un vero waterworld.


Ovviamente l’Italia non e’ diventata famosa per la risocultura. Quando uno pensa al Bel Paese vede piuttosto un immagine di un paesaggio collinare, la coltivazione della vite, degli agrumi oppure dell’olivo. Ed ecco arriva la sorpresa – gli Italiani sono il piu’ grande produttore di riso nell’Europa (1,5 milioni di tonnellate all’anno)! Certo, e’ poco rispetto alla produzione cinese (quasi 200 milioni di tonnellate), oppure quello dell’India (150 milioni di tonnellate). Ma il fatto e’ che le vasche d’acqua dette anche camere occupano una buona parte della Pianura Padana.


La concentrazione delle risaie avviene soprattuto nella Lombardia e nel Piemonte. I dintorni di Vercelli, meno di Novara, sono diventate il regno del riso, dove dalla piatta superficie spicca solo qualche azienda agricola, che in certi casi puo’ assomigliare piuttosto ad un palazzo elegante, che ad una cascina…

La coltivazione del riso e’ divisa in quattro fasi. Alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera la terra viene preparata per la semina. Nell’aprile si semina, dopodiché’ le vasche vengono allagate con l’acqua proveniente dai canali artificiali, tra cui il piu’ grande (85 chilometri di lunghezza) – il Canale Cavour. Corre nel nord ovest del Piemonte e trae origine dal Po. Il suo nome ricorda Camillo Benso di Cavour – uno dei suoi promotori. Passano pochi giorni e cominciano apparire le prime piante. La terza fase si chiama monda, cioe’ estirpazione delle erbacce, che nei giorni di oggi viene spesso sostituita dall’uso dei prodotti chimici. L’ultima fase e’ la raccolta (settembre/ottobre) e la separazione dei chicchi di riso dalla paglia.

Le risaie piemontesi non si limitano solo all’agricoltura. Ormai sono diventate degli interessanti posti turistici, come per esempio le vecchie abbazie, tra qui il Principato di Lucedio. Oltre ad essere un’azienda agricola, svolge anche il ruolo educativo – visitandola si puo’ conoscere la storia della coltivazione del riso, ma anche imparare a cucinare. Per saperne di piu’ clicate: http://www.principatodilucedio.it/home.php
Grazie dei queste foto che mi riportano al Vercellese dove sono nata e cresciuta. Forse poi troverete anche dei punti alti, sulle morene, da dove si vedono le risaie a fondo valle, a perdita d’occhio con l’acqua che brilla …
Ciao Vera,
Grazie mille del tuo commento! Si’, infatti vorrei fare ancora un po’ di foto delle risaie dai terreni piu’ alti. Una volta, atterrando a Milano Malpensa, abbiamo fatto un largo giro e dall’alto si vedeva tutti i campi con l’acqua che brillava al sole – faceva male agli occhi guardarlo! Pero’ la veduta era stupenda!
Molto bello ho fatto anche la ricerca
grazie 🙂
belle le foto e come vi prendete cura dei campi anche se vi dico la verità io odio risooooooooo pero lo devo mangiare per forza
Ho visitato tanti siti per la mia ricerca ma sicuramente questo é il più bello e il più fornito=)
Grazie mille! Mi fa piacere!