Sono le nove di mattina, il venerdi’, la fine dell’ottobre. L’aria umida avvolge le colline piemontesi e il castello di Serralunga d’Alba si vede appena, coperto dal sipario pesante dall’acqua. Il sole cerca pigramente di forare le basse nuvole e benche’ la giornata si prospetti bella, mi avvolgo nella giacca. Sono nell’azienda vinicola Rivetto e con la macchina fotografica in mano aspetto l’ultima grande raccolta dell’anno. L’anno no facile per i viticoltori – una primavera piovosa, un’estate non troppo calda e un autunno capriccioso: con un settembre caldo e soleggiante e con il tempo irregolare nell’ottobre.



Saluto un gruppo di raccoglitori d’uva e ci scambiamo qualche parola. Abitano nei dintorni e lavorano per le diverse aziende vinicole aiutando durante la vendemmia. Li sto osservando curiosa e noto che lavorano in coppia. Un grappolo tagliato viene sistemato delicatamente nella cassa che si riempie in un batter d’occhio. Le piante nude dalle foglie scoprono la frutta facilitando il lavoro. Un contenitore una volta pieno viene lasciato sotto la pianta e i raccoglitori continuano di colmare un’altra cassa.




Mi sposto fra i filari della vigna registrando le immagini straordinarie: i grappoli viola sullo sfondo delle corde stese tra i cespugli calvi che mi riccordano il pentagramma con la musica scritta nelle note; i cristallini d’acqua brillano sulla pruina bianca che protegge il Nebbiolo dalle mattinate gelide; un tappeto di foglie autunnali intessuto con le affascinanti forme dei vecchi tronchi.




Il silenzio. I colori spenti dalla nebbia, la natura assonata, tutto questo rende una atmosfera rilassante. Solo un piccolo gruppo gira per i vigneti lavorando scrupolosamente e un cane curioso che sorveglia l’affare.


Dopo la mezz’ora comincio a sentire i piedi bagnati. Il suolo argilloso accumula l’acqua perfettamente e basta solo qualche giorno di pioggia per diventare un fango scivoloso. Pazienza, questa volta ho sbagliato mettendo le scarpe di materiale. Per fortuna il prato pur essendo bagnato e’ abbastanza stabile e aiuta parecchio di spostarsi tra le viti, e un piccolo trattore che ha portato una nuova porzione dei contenitori non e’ sprofondato nella terra.


Nelle Langhe la raccolta delle uve e’ manuale. Il motivo? Il rilievo del terreno. Le pendenze ripide impediscono il lavoro delle macchine agricole. Mentre il suolo che non sempre aiuta di muoversi nella vigna, pero’ e’ molto ricco di calcare e di argilla essendo un cibo ideale per un vitigno esigente e offrendo i vini – il Barolo, il Barbaresco, il Langhe Nebbiolo – corposi e tanici.
la vendemmia nelle langhe è “semplicemente affascinante”
E’ vero, l’autunno e’ perticolare nelle Langhe grazie della vendemmia!